domenica 21 febbraio 2010

Questo post avrà più fan di Sanremo

Dite che è un problema parlare di Sanremo senza averlo visto? Pensate che si debba procedere, in questi casi, come un gorilla nella nebbia solo con l'aiuto degli occhi di gatto, andando per tentativi? No, perchè Sanremo è talmente ripetitivo e nei secoli fedele a se stesso che si può benissimo parlarne senza averne seguito neppure un nanosecondo della sigla iniziale o degli ultimi fatali minuti con la proclamazione del famigerato vincitore.
Indovinare come è andata, visto lo schema fisso, è più facile che portare via il ciuccio ad un poppante. Come la cartomante che ti dice: "In questo periodo hai avuto delle preoccupazioni" e tu fai "si, si, è vero, ma comme fa?"
Sicuramente è successo questo e quello, hanno partecipato tizio, caio e sempronio and the winner is... con il solito corollario di polemiche. Tutto falso come l'ottone.

E' dai tempi di Claudio Villa in calzoni corti che gli italiani si appassionano ad una colossale combine, dove chi vince è stato designato con mesi d'anticipo dalle case discografiche. In pratica, l'utile idiota viene selezionato come un topo di laboratorio, vestito come un deficiente e lanciato sul mercato sottostante. Il talento non c'entra. Altrimenti in questi anni avrebbero sempre vinto Mia Martini e Antonella Ruggiero.
Però, misteri del cosmo, gli italiani continuano a guardarlo in tv ed a torturarsi le orecchie per un'intera settimana, rovinandosi anche quell'ultimo residuo di gusto per la bella musica che è rimasto loro nel DNA. Tanto varrebbe tagliarsele di netto.

Ha vinto quindi l'ennesima puttanella canora della Domina De Filippi, il marito di Costanzo, che si spera non farà alle ragazzine bimbominkia i danni che ha fatto Marco Carta, altrimenti SuperBertolaso avrà un'altra emergenza da affrontare al più presto.
Al secondo posto il Principe dei Sottaceti, quello che parla come un Lapo Elkann un po' meno fatto ma di poco, assieme a Pupo, quello dei pacchi, autore dell'immortale melodia.
C'è stato, mi dicono, un po' di rumore con gli orchestrali che hanno stracciato gli spartiti durante la serata finale. Visto il livello della mòsica vomitata dagli strumenti non mi pare un delitto ma anzi, un'opera meritoria.

La Clerici è stata sicuramente sublime nella sua abbondanza felliniana. Finalmente, vivaddio, una donnona come se ne vedono tante in giro, altro che le top(e) masticacoca. Una bella taglia forte come siamo noi signore alle quali piace mangiare e non farsi mancare nulla della vita e che pure ci consola perchè, guardandola, ci fa sentire tutte magrissime. Un'immagine magari non in tono con la crisi economica ma chissenefrega. Basta portare un po' di desperate workers (operai della Fiat) sul palco e il pupo Bersani ad interpretare "quello dell'opposizione" e la coscienza è a posto.
Gli ospiti. Dopo il principe, la regina. Mancavano solo il fante di cuori e il due di picche. Un messaggio subliminale per Pupo, noto giocatore?
Dita Von Teese è deliziosa come al solito ma se potesse cambiare il numero della coppa di champagne gliene saremmo grati, visto che ormai ci esce da tutti i buchi. Che ne so, usi un pokkale da birra, magari di quelli fatti a stivale.

Dicevamo del principe. Si, è più vacuo dell'Azzurro di Shrek ma la trovata della giacca tricolore, disciamolo, è stata grande, così originale, mioddio. Perchè dargli del coglione? Lui è un personaggio dello spettacolo. Casomai Bersani, arridaje, che cazzo ci faceva li? Non a caso si è preso anche lui la fischiata.

Dite che quest'anno abbiamo superato i confini del trash? Voglio spingermi oltre fino a preconizzare l'edizione del prossimo anno ed i suoi conduttori. Io vedo, nella sfera di cristallo, come unica possibilità, nient'altro che un bel trio formato da Antonella Clerici, Azzurro di Shrek e Brüno.
No? Dite che Brüno sarebbe troppo raffinato per la televisione italiana? Si, forse avete ragione. La vita tenta di imitare l'arte ma riesce sempre a fare di peggio.

lunedì 15 febbraio 2010

Cinevisioni di un decennio vol. II

Seconda parte (la prima qui), della classifica dei più bei film degli anni zero secondo la papera cinefila.

1) Il Pianista - Roman Polanski
2) La promessa dell'assassino - David Cronenberg
3) Gran Torino - Clint Eastwood
4) Kill Bill vol. I-II - Quentin Tarantino
5) The Believer - Henry Bean
6) The Prestige - Christopher Nolan
7) Bastardi senza gloria - Quentin Tarantino
8) A History of Violence - David Cronenberg
9) Grazie per la cioccolata - Claude Chabrol
10) Million Dollar Baby - Clint Eastwood
11) Le tre sepolture - Tommy Lee Jones
12) Non è un paese per vecchi - Ethan Cohen, Joel Cohen
13) Irina Palm - Sam Garbarski
14) The Others - Alejandro Aménabar
15) Donnie Darko - Richard Kelly

15. Anche se il regista di Donnie Darko non riuscirà più a fare un film così e forse un film in generale, merita una citazione per l'incredibile contorsione mentale a cui obbliga lo spettatore. Gli abissi concettuali della fisica dati in pasto ai bimbominkia che, miracolo, si domandano cos'hanno capito del film. Ancora oggi ci chiediamo che cazzo significa questo film, ed è solo un bene. Cult: Patrick Swayze.

14. Finalmente un film sui fantasmi dove sono i vivi ad apparire e a spaventare. Cult: la rivelazione finale su Nicole e i suoi figli.

13. Per l'incredibile leggerezza, intelligenza e delicatezza con la quale vi si racconta la storia di una signora di mezza età che per necessità economiche - deve far curare un nipotino ammalato - fa le seghe a sconosciuti che lo infilano dentro un buco. Solo gli inglesi potevano riuscirci. Marianne Faithfull sublime. Cult: la malattia professionale di Irina.

12. Javier Bardem, con quell'assurda pettinatura, è il killer più spietato e spaventoso del decennio. Cult: l'arma impropria di Anton Chigurh.

11. Un western? Un horror? Un film straordinario. Dove i cadaveri producono effetti collaterali, specialmente se vuoi portarteli in giro per il Texas. Cult: Tommy Lee Jones regista e interprete.

10. Come fare un capolavoro su una roba come la boxe femminile. Il rapporto padri e figli che sempre ritorna nella filmografia da regista di Clint. L'eutanasia come scelta d'amore e libertà. Clint e Morgan Freeman che duettano in maniera mozartiana e Hilary Swank immensa solista. Cult: i dialoghi.

9. Chabrol è più crudele di Eli Roth ma non sembrerebbe. Il più bel ritratto di mantide del decennio affidato ad una Isabelle Huppert che fa persino rabbia, da quanto è brava. Cult: Mika che prepara la cioccolata.

8. Il passato che ritorna. La metamorfosi di un uomo che ha tentato di eliminare la violenza dalla sua vita senza riuscirci. Cronenberg e Mortensen assieme sono una garanzia. Cult: i camei di Ed Harris e William Hurt.

7. Perchè l'ultima parte, "La vendetta della faccia gigante", è puro cinema e perchè "Orgoglio della nazione" di Eli Roth (per intero sul DVD) è un capolavoro nel capolavoro. La rivelazione Christoph Waltz oscura il bellone Pitt. Evvai! Da vedere assolutamente in lingua originale per apprezzare il multilinguismo del film.

6. Non solo uno dei più bei film del decennio ma di sempre. Duello e duetto logico e oltre la logica e l'immaginazione tra due illusionisti sul tema del doppio. Padrone di casa il grnade Michael Caine. Cult: David Bowie che interpreta Nikola Tesla.

5. Un ebreo che dice peste e corna degli ebrei. Un ebreo nazista. Un ossimoro vivente. Ryan Gosling in una interpretazione stratosferica per un film coraggioso e osteggiato. Cult: "Dove vai, Danny, non c'è nulla lassù!"

4. La Sposa. L'azione e il dialogo. I piedi di Uma Thurman. Gli 88 folli e la sepolta viva. La Pussy Wagon. Simply Tarantino.

3. L'ultimo film (forse) come attore di Clint Eastwood, meraviglioso ottantenne. Il vecchio operaio e la solitudine. Cult: "Mio Dio, ho più cose in comune con questi musi gialli che con i miei famigliari".

2. Ancora Viggo Mortensen e David Cronenberg all'insegna del capolavoro. assoluto La spietatezza delle nuove mafie d'importazione. Film magnetico e insinuante come un cobra. Cult: I tatuaggi di Viggo.

1. Chissenefrega del passato di Roman Polanski. "Il Pianista" è il film definitivo sull'Olocausto e il più bello del decennio. Un Adrien Brody scarnificato per fame è un'immagine assolutamente indimenticabile. Tutto è vero della guerra raccontata da Polanski: l'irruzione improvvisa della morte, l'esplosione che ti assorda, l'assurdità del male, il fatto che i buoni e i cattivi sono da entrambe le parti e il fatto che il caso può farti incontrare, invece di una spietata SS, un tedesco che ama la musica. Cult: Le dita nella marmellata.


Bonus - Il miglior peggior film del decennio

La Passione di Cristo di Mel Gibson

Il pregio di questo film, al di là del kitsch sanguinolento sparso con i cannoni sparaneve è che ha stabilito una volta per tutte che la Passione ha da essere una Passione, non il megasantino di Zeffirelli con i chiodi per finta. Altrimenti i cristiani non si smuovono più e non comprendono fino in fondo l'entità del sacrifico divino. Quindi ci stanno anche le mazzate iperrealistiche ed il sangue ad ettolitri. Cult: i romani che parlano finalmente in latino.

domenica 14 febbraio 2010

Cinevisioni di un decennio vol. I

Non è un post originale, lo hanno già scritto in alcuni milioni, tra cinefili con i controcazzi e gente che di cinema non distingue un cinepanettone da un capolavoro. Mi riferisco alla classifica dei migliori film del decennio 2000-2009.
Ecco la mia, commentata e motivata, secondo i miei personalissimi gusti.
In due parti perchè altrimenti il post diventava troppo lungo. Domani i primi quindici più un bonus sul miglior peggior film del decennio.
...
16) Shrek (DreamWorks)
17) Ratatouille (Pixar)
18) Il Signore degli Anelli - Peter Jackson
19) Wall-E (Pixar)
20) Dogville - Lars Von Trier
21) Signs - M. Night Shyamalan
22) Casino Royale - Martin Campbell
23) Marie Antoinette - Sofia Coppola
24) Il favoloso mondo di Amélie - Jean Pierre Jeunet
25) Pane e tulipani - Silvio Soldini
26) La 25a ora - Spike Lee
27) Traffic - Steven Soderbergh
28) Borat - Larry Charles
29) District 9 - Neill Blomkamp
30) La stanza del figlio - Nanni Moretti

30. Nanni Moretti racconta il dolore più grande con spietato realismo, fino alla scena della chiusura della bara del figlio. Iperrealismo anche nella raffigurazione della giornata di uno psiconalista. Cult: la sbroccata del paziente Stefano Accorsi.

29. Appena visto, già cult. Visitors reloaded. La scusa degli alieni per ricordarci che razza di bastardi sono gli umani. Soprattutto con i diversi. Cult: il fiore di latta.

28. Lo so, Sacha Baron Cohen è volgare, irriverente, politically uncorrect. Appunto. Cult: La lotta nudi nella camera d'albergo.

27. Un film a tre colori sulla droga. Assolutamente da vedere in lingua originale. Cult: il generale Tomas Milian.

26. Uno Spike Lee mai così dolente, in un film girato nei giorni successivi all'11 settembre. Immenso Ed Norton, pura disperazione incarnata. Cult: il monologo.

25. Pane e Tulipani perchè è una storia lieve, è romanticismo senza mocciosità, perchè l'idea che si possa dimenticare una moglie in autostrada per restituirle la libertà è deliziosa. Cult: Bruno Ganz cameriere.

24. Amélie è una storia folle ma dove tutto si incastra secondo una logica narrativa tagliente come un rasoio. Cult: il nanetto da giardino che manda cartoline dai suoi viaggi.

23. Sofia Coppola che mette nel guardaroba della regina decollata e bimbominkia ante litteram un paio di Converse AllStars? Embé? Kirsten Dunst non era più stata così bambolosa e deliziosa dai tempi di "Intervista con il vampiro". Cult: Antoinette che guarda per l'ultima volta Versailles.

22. Bond rivitalizzato e maschiato nella nuova versione Daniel Craig, al servizio di una sceneggiatura grandiosa. Difficile mantenere la magia nei film a seguire. Già da "Quantum of Solace" i bambocci si sono rotti. Cult: gli occhi che lacrimano sangue di Le Chiffre, il cattivo.

21. Signs ma anche "E venne il giorno", "Lady in the Water" e "The Village". Insomma M. Night Shyamalan. Uno dei narratori più originali del decennio. Cult: il filmato dell'alieno in Brasile.

20. Lars Von Trier è un genio. Lo dimostra questo film che è una versione precog di Farmville, con le case dentro i quadretti dipinti sul pavimento. Cult: Nicole Kidman che si vede in trasparenza dentro il camion.

19. Il robottino abbandonato sul pianeta dei rifiuti con i suoi vecchi film e gli umani disperatamente obesi è il film più straziante del decennio. Cult: il magazzino dei ricordi di Wall-E.

18. Non ci si rende conto del lavoro che ha richiesto e che ha dato quest'opera. Come un'industria siderurgica dei vecchi tempi. Il merito di Jackson è di aver reso digeribile un mattone come quello di Tolkien e di averci fatto capire che in fondo di fascista negli Hobbit non c'era proprio nulla. Ma se si fanno pure le canne! Sauron e Saruman assomigliano molto ai neocon che hanno imperversato nel decennio, piuttosto. Cult: le scene di massa.

17. Un ratto in cucina che prepara manicaretti. Ho detto tutto. Meraviglioso. Cult: la rivelazione della ratatouille con l'antico sapore di quella della mamma che scioglie finalmente il critico necrofilo.

16. Le fiabe prese a sberle e spogliate della loro seriosità. Shrek è un orco che rutta e scorreggia. Il principe azzurro è uno stronzo. La rivincita dei brutti sui belli. Geniale. Cult: le citazioni cinefile nascoste dappertutto.

(continua)

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